MARCELLO PIACENTINI MArRC Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria 1932-2022 Novant’anni dalla posa della prima pietra

Il  Presidente dell’OAPPC RC ha concesso il patrocinio per l'evento, organizzato dall'dell’Associazione Culturale Anassilaos, dal titolo: "MARCELLO PIACENTINI MArRC Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria 1932-2022 Novant’anni dalla posa della prima pietra" che avrà luogo il 19 gennaio 2023 alle ore 17:00 presso la Sala Giuffrè della Biblioteca De Nava di Reggio Calabria.

In occasione dei novant’anni dalla posa della prima pietra del Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, l’Associazione Culturale Anassilaos, con il suo Centro Studi per la Cultura dell’Architettura e del Paesaggio, vuole ricordare la figura dell’architetto Marcello Piacentini (1881-1960), attraverso la messa a fuoco di uno spaccato dell’Architettura Razionalista Italiana del primo Novecento.
Marcello Piacentini oltre ad essere riconosciuto come uno dei massimi esponenti italiani del movimento moderno d’avanguardia razionalista è stato definito da Bruno Zevi come colui che “Nel 1925 era in grado di far compiere all’architettura italiana una svolta capace di reinnestarla nel circuito europeo. Aveva i giovani dalla sua parte: i vecchi lo adoravano e comunque lo proteggevano…” (B. Z. 1960).
Bisogna ricordare che la realizzazione della nuova sede del Museo Nazionale fu per Reggio Calabria un grande evento che mise fine alle polemiche, tra i fautori del Museo Archeologico e i sostenitori del Museo Civico, dando vita a un’opera concepita e progettata in funzione della sua destinazione d’uso, a differenza degli altri musei nazionali spesso ospitati in Palazzi Storici.
Palazzo Piacentini rappresenta un momento storico di grande cambiamento socioculturale, oltre che artistico e progettuale, non solo in Italia ma nel mondo. Per Reggio Calabria, la presenta di tale testimonianza architettonica ha una maggiore valenza legata al fatto che, avendo il terremoto del 1908, cancellando gran parte degli edifici storici, gli anni della “Ricostruzione” (1910-1950) restituiscono alla città quella storia dell’architettura che nei centri storici delle altre città è testimoniata dalle persistenze secentesche e settecentesche. Per questo motivo è doveroso riconoscere il senso identitario delle opere architettoniche della prima metà del Novecento, per una città privata della memoria fisica dei suoi luoghi.
A questo bisogna aggiungere la valenza innovativa delle prime opere in cemento armato che hanno trovato sulle sponde dello Stretto, i primi cantieri sperimentali grazie ai quali è stato possibile applicare, nel mondo, quelle che oggi vengono considerate le fondamentali pratiche antisismiche.
DOCUMENTI