MARCELLO PANZARELLA
Laureato in architettura presso la Facoltà di Architettura di Palermo nel 1973, relatore Vittorio Gregotti.
Ha insegnato Composizione Architettonica e Urbana nell’Università di Palermo, dal 2001 nel ruolo degli ordinari.
Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Architettura di Palermo, dal 2006 al 2012. Componente del Collegio dei Docenti dell’International Doctorate of Research in Architecture “Villard D’Honnecourt”, IUAV, Venezia, e Coordinatore del Collegio dei Docenti del Dottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica di Palermo.
La sua prima ricerca si è concentrata sugli studi urbani relativi ai centri minori e sul progetto dei loro spazi pubblici.
LA CITTÀ E IL DESIDERIO. CEFALÙ. ERMENEUTICHE DEL PROGETTO URBANO, DI MARCELLO PANZARELLA.
Un tragitto di architettura militante, e una città, Cefalù, costruita come un’opera d’arte. Tra queste coordinate il libro si muove per consegnare ai lettori una storia lunga più di quarant’anni, quella di un manipolo di architetti impegnati nel progetto di una città più ricca di dotazioni civili, più armoniosa, più bella. «A quell’intensa stagione – scrive l’autore – mi sono studiato di contribuire indagando l’idea controversa di identità, ribaltandola in senso evolutivo, e introducendo il concetto di genealogia culturale, per il quale i caratteri identitari si possono tramandare solo attraverso un processo continuo di modificazione, un prendere e lasciare, un immettere e rielaborare, in cui il programma del progetto deve confrontarsi con l’emergere del desiderio, delle predilezioni, dell’autorialità, a patto che quest’ultima sia cosciente della necessità di servire uno scopo corale, partecipabile, civile. Ho scritto il libro perché la testimonianza muta delle opere riacquistasse la parola, e le raccontasse come il frutto di un pensiero, di una visione, di uno scopo, di una speranza».
MARCELLO SÈSTITO
Si laurea in architettura con Eugenio Battisti. Si forma progettualmente con Franco Purini e Alessandro Anselmi. Ha collaborato alla Domus Academy con Pierre Restany e Rodolfo Bonetto e con lo stesso consegue il master in Car Design. Restany lo invita alla redazione di “D’ARS”dal 1986, è autore con altri del progetto editoriale della Rivista Internazionale d’Utopie “OZ”. È in copertina su “Modo”, “D’ARS”, “Controspazio”, “Gran Bazar”.
Ha curato mostre riferite al lavoro di Chernicov, di Saul Greco, Alesandro Anselmi, Antonio Quistelli, Mimmo Rotella. E’ autore di numerose pubblicazioni. Tra le realizzazioni la sede della Fondazione Mimmo Rotella, il recupero della Casa Circondariale come sede del museo dell’Ulivo e la Nuova piazza di Taurianova e di diverse opere artistiche.
Si classifica al secondo posto al concorso internazionale per la sitemazione del Waterfront di Reggio Calabria. Dal 1994 insegna Composizione Architettonica nella Facoltà di Architettura di Reggio Calabria. Attualmente è direttore scientifico della Collana Internazionale “È utopia”, con la casa editrice Timia di Roma.
IL PONTE INCONTINENTE
Il Cavalcamare, così come spesso viene definito il Ponte sullo Stretto di Messina, scavalcando polemiche da ponte si ponte no, in un millennio ha stimolato in vari modi strategie progettuali.
Il volume raccoglie, in un corposo e a tratti inedito, il materiale iconografico che riunisce quanto di più significativo è stato elaborato dagli architetti e dagli ingegneri cimentatisi nella progettazione di un Ponte che non ha eguali nella storia.
Il Ponte Incontinente, perché tracima e sconfina in ambiti non sempre propri come l’architettura o l’ingegneria ma nella storiografia, nella letteratura, nel fumetto…si offre al lettore con tutto il suo bagaglio illustrativo che non vuole solo dare di conto della mole di proposte redatte, ma ne richiede una sua necessità realizzativa.
Come vorrebbe Heidegger “Il luogo non esiste già prima del ponte. Certo, anche prima che il ponte ci sia, esistono lungo il fiume numerosi spazi che possono essere occupati da qualcosa. Uno di essi diventa a un certo punto un luogo, e ciò in virtù del ponte. Sicchè il ponte non viene a porsi in un luogo che c’è già, ma il luogo si origina solo a partire dal ponte. Il ponte è una cosa, riunisce la Quadratura, ma la riunisce nel senso che accorda alla Quadratura un posto. A partire da questo posto si determinano le località e le vie in virtù delle quali uno spazio si ordina e si dispone“.